PVT - Church With No Magic (2010); Passo indietro rispetto al precedente, peraltro inciso come Pivot. Elettro-rock poco fantasioso e carente di reale ispirazione, si salva per alcune trovate sonore interessanti. 6/10
Paul Beauchamp - Pondfire (2015): Dopo che l'ho visto dal vivo, provo una sincera simpatia per PB, fra l'altro il suo set mi era anche piaciuto. Su disco, nulla di veramente memorabile. Ambient tendente al dark, qualche graffio, un'artista di seconda fascia abbondante. 6/10
Bron Y Aur - Millenovecentosettantatre (2007); Quinto ed ultimo, il che lascia pensare allo split. Chiusura in tono minore per questo gruppo meneghino che aveva il potenziale per diventare un grande dell'avant-rock ma si è un po' perso nel finale. Frammentato all'impossibile, ci sono momenti eccelsi ma sembra fin troppo improvvisato e sbrigativo. Peccato. 5,5/10
Albergo Intergalattico Spaziale - Albergo Intergalattico Spaziale (1978): Purtroppo sto vivendo un periodo molto conflittuale con l'italiana anni '70, la cui considerazione si riduce sempre più. Non fa eccezione questo che, pur con coraggio, cercò strade alternative e poco battute (Battiato '74/75). Troppo scarno, troppe poche idee, troppo enfatica la voce (e aridaje). Risicato 6/10
Dead Rat Orchestra - The Guga Hunters of Ness (2012): Interessante saga folk ancestrale; gighe alla moviola, arie funeree per organo e violino, tutto strumentale. Con un maggior sviluppo di orchestrazione e produzione si sarebbe potuta tirare fuori una prodezza. 6,5/10.
Tom Middleton - Lifetracks (2007): Metà dei grandi Global Communication al debutto da solista. Downtempo raffinata, per non dire salottiera. Il sound che vorrei proprio sentire in sottofondo mentre mangio al ristorante. Da solo, un paio di pezzi sono veramente belli (la 2 e la 5), ma il resto non entusiasma. La magia di 76:14 è lontana. 6,5/10
The Ex - Starters Alternators (1998): In un ipotetica lega RIO degli anni '80, gli olandesi Ex sarebbero stati fra i fondatori. Ma la differenza non la fa solo l'epoca, ma anche la classe. I Crass ne sarebbero stati leaders, gli Ex degli onesti comprimari. Buon art-noise-punk con sonorità ai tempi in auge, contenuto molto altalenante. 6,5/10
Affinity - Affinity (1970): Più che buon pop-jazz che uscì su Vertigo, e quindi garanzia minima di qualità. Nulla da dire sullo stile; una vocalist che ricorda Grace Slick, un tastierista pirotecnico ed elegante, canzoni discrete quando non buonissime. E allora perchè non un post? Boh! Forse TM ha bisogno di cose più tese. 7/10
Stargazer's Assistant - The Other Side Of The Island (2007) - Il batterista dei Guapo che si inventa drone-metal-dark-ambient-organic per la mostra delle sue sculture. Il tempismo non era male, il risultato un po' confusionario e privo di una visione ben precisa. Almeno alle mie orecchie. 6/10
Baby Dee - Love's Small Song (2002): Quadretti pacifici e rilassanti per piano bucolico e voce ancor di più. Inutile fare paragoni con Antony, qui manca del tutto tensione e trasporto drammatico. Se si ignora a piè pari la stucchevolezza, può essere anche un'ascolto gradevole perchè inconsueto. Ma l'ora secca di usignoli appare un atto a tradimento del tutto evitabile (se l'avessi comprato a prezzo maggiorato perchè doppio mi sarei incazzato a morte). 6/10
Khan - Space Shanty (1972): Ha ragione Vlad, niente da dire. Le sonorità e le esecuzioni sono da manuale storico (Hillage e Stewart, e che sezione ritmica!), ma il materiale è nettamente sotto la media di Egg. Gong e Soft Machine. Al primo ascolto sembra un reperto importante, al secondo già scade di netto. Da qui a dire che fa schifo però ce ne corre, eh.... 6,5/10
Spires That In The Sunset Rise - Beasts in the Garden (2015): Psycho-folk al femminile con flauto, sax e voci trattate. Un chè di ancestrale ma con suoni moderni e la giusta visionarietà per distinguersi adeguatamente. Manca un aggancio killer, ma forse andrebbe ascoltato più volte per scovare il meglio. 7/10
Valerio Tricoli - Misery lares (2014): Ovvero come sarebbe stato un disco dei 3/4hadbeeneliminated senza i contributi di Pilia e Rocchetti. Il problema è che io non sono abbastanza ferrato in materia di elettro-acustica-organica, oppure che sono un neo-melodico, oppure che questo è troppo lungo e diventa una noia mortale? 5/10
Greg Haines - Where We Were (2013): Conosciuto in uno split con Xela, Haines in piena solitudine non convince appieno. Si sente che ha i numeri per diventare un novello Eluvium, ma divaga e spazia troppo fra ambientalismi e qualche numero ritmico. Rivedibile. 6/10
Liturgy - Aesthethica (2011): Come avrà fatto la TJ a pubblicare un gruppo black-metal, vien da chiedersi. I tempi sono duri per tutti, anche per le istituzioni storiche. Poi però non copritevi dietro la scusa "eh ma questo è black metal d'avanguardia". 5/10
Rolo Tomassi - Cosmology (2010): Sempre un plauso a chi trova soluzioni originali. Gli inglesi RT ce l'hanno fatta: l'incrocio fra Carcass, math-rock e shoegaze gotico fa spettacolo con poco o niente. Ma un buon 2/3 del disco per me è fin troppo pesante. 5,5/10
Bron Y Aur - Millenovecentosettantatre (2007); Quinto ed ultimo, il che lascia pensare allo split. Chiusura in tono minore per questo gruppo meneghino che aveva il potenziale per diventare un grande dell'avant-rock ma si è un po' perso nel finale. Frammentato all'impossibile, ci sono momenti eccelsi ma sembra fin troppo improvvisato e sbrigativo. Peccato. 5,5/10
Albergo Intergalattico Spaziale - Albergo Intergalattico Spaziale (1978): Purtroppo sto vivendo un periodo molto conflittuale con l'italiana anni '70, la cui considerazione si riduce sempre più. Non fa eccezione questo che, pur con coraggio, cercò strade alternative e poco battute (Battiato '74/75). Troppo scarno, troppe poche idee, troppo enfatica la voce (e aridaje). Risicato 6/10
Dead Rat Orchestra - The Guga Hunters of Ness (2012): Interessante saga folk ancestrale; gighe alla moviola, arie funeree per organo e violino, tutto strumentale. Con un maggior sviluppo di orchestrazione e produzione si sarebbe potuta tirare fuori una prodezza. 6,5/10.
Tom Middleton - Lifetracks (2007): Metà dei grandi Global Communication al debutto da solista. Downtempo raffinata, per non dire salottiera. Il sound che vorrei proprio sentire in sottofondo mentre mangio al ristorante. Da solo, un paio di pezzi sono veramente belli (la 2 e la 5), ma il resto non entusiasma. La magia di 76:14 è lontana. 6,5/10
The Ex - Starters Alternators (1998): In un ipotetica lega RIO degli anni '80, gli olandesi Ex sarebbero stati fra i fondatori. Ma la differenza non la fa solo l'epoca, ma anche la classe. I Crass ne sarebbero stati leaders, gli Ex degli onesti comprimari. Buon art-noise-punk con sonorità ai tempi in auge, contenuto molto altalenante. 6,5/10
Affinity - Affinity (1970): Più che buon pop-jazz che uscì su Vertigo, e quindi garanzia minima di qualità. Nulla da dire sullo stile; una vocalist che ricorda Grace Slick, un tastierista pirotecnico ed elegante, canzoni discrete quando non buonissime. E allora perchè non un post? Boh! Forse TM ha bisogno di cose più tese. 7/10
Stargazer's Assistant - The Other Side Of The Island (2007) - Il batterista dei Guapo che si inventa drone-metal-dark-ambient-organic per la mostra delle sue sculture. Il tempismo non era male, il risultato un po' confusionario e privo di una visione ben precisa. Almeno alle mie orecchie. 6/10
Baby Dee - Love's Small Song (2002): Quadretti pacifici e rilassanti per piano bucolico e voce ancor di più. Inutile fare paragoni con Antony, qui manca del tutto tensione e trasporto drammatico. Se si ignora a piè pari la stucchevolezza, può essere anche un'ascolto gradevole perchè inconsueto. Ma l'ora secca di usignoli appare un atto a tradimento del tutto evitabile (se l'avessi comprato a prezzo maggiorato perchè doppio mi sarei incazzato a morte). 6/10
Khan - Space Shanty (1972): Ha ragione Vlad, niente da dire. Le sonorità e le esecuzioni sono da manuale storico (Hillage e Stewart, e che sezione ritmica!), ma il materiale è nettamente sotto la media di Egg. Gong e Soft Machine. Al primo ascolto sembra un reperto importante, al secondo già scade di netto. Da qui a dire che fa schifo però ce ne corre, eh.... 6,5/10
Spires That In The Sunset Rise - Beasts in the Garden (2015): Psycho-folk al femminile con flauto, sax e voci trattate. Un chè di ancestrale ma con suoni moderni e la giusta visionarietà per distinguersi adeguatamente. Manca un aggancio killer, ma forse andrebbe ascoltato più volte per scovare il meglio. 7/10
Valerio Tricoli - Misery lares (2014): Ovvero come sarebbe stato un disco dei 3/4hadbeeneliminated senza i contributi di Pilia e Rocchetti. Il problema è che io non sono abbastanza ferrato in materia di elettro-acustica-organica, oppure che sono un neo-melodico, oppure che questo è troppo lungo e diventa una noia mortale? 5/10
Greg Haines - Where We Were (2013): Conosciuto in uno split con Xela, Haines in piena solitudine non convince appieno. Si sente che ha i numeri per diventare un novello Eluvium, ma divaga e spazia troppo fra ambientalismi e qualche numero ritmico. Rivedibile. 6/10
Liturgy - Aesthethica (2011): Come avrà fatto la TJ a pubblicare un gruppo black-metal, vien da chiedersi. I tempi sono duri per tutti, anche per le istituzioni storiche. Poi però non copritevi dietro la scusa "eh ma questo è black metal d'avanguardia". 5/10
Rolo Tomassi - Cosmology (2010): Sempre un plauso a chi trova soluzioni originali. Gli inglesi RT ce l'hanno fatta: l'incrocio fra Carcass, math-rock e shoegaze gotico fa spettacolo con poco o niente. Ma un buon 2/3 del disco per me è fin troppo pesante. 5,5/10