Colleen - A Flame My Love, A Frequency (2017): Elettro-cantautrice francese in attività da parecchi anni, ora su Thrill Jockey. Un mix di hypna-kraut intimista fascinoso ed ovattato. Il disco trova il suo bandolo solo verso la fine, quando si mette a cantare vellutatamente in un paio di ottimi pezzi. Prima però tanti, tanti sbadigli con gli strumentali, erranti senza punto. 6/10
Sweet Okay Supersister - Spiral Staircase Sass (1974): Inizia benissimo, questo disco di olandesi pazzoidi, con un raffinato zappismo di derivazione Hot Rats, ma poi scade clamorosamente in un cabaret-vaudeville appiccicoso e ruffiano. Prima parte molto buona, seconda quasi inqualificabile. La media fa 5,5/10
T. Rex - Electric Warrior (1971): Per me questo insopportabile e ruffianissimo glam-rock può anche essere l'equivalente inglese di Gianni Morandi. 4/10
Luluc - Sculptor (2018): Coppia mista australiana salita alla ribalta più che altro per la stima di colleghi famosi, forse. Si tratta di un cantautorato molto intimista, che non si illude certo di replicare le gesta di Low e/o Beach House, ma gira su modelli molto più classici, alla Simon & Garfunkel. Che non è proprio un bel complimento, a mio parere. Resta non disprezzabile, comunque, al netto di qualche svenevolezza davvero diabetica. 6/10
Ida - I Know About You (1996): Finito su un 20 Essentials di BU forse più per riempitivo che per reale merito. Un buon suono, canzoni piuttosto zuccherine ed impasti vocali misti quasi alla Low ma alquanto privi di altrettanta profondità. Stiracchiato 6/10
Dear Hunter - Act V - Hymns With The Devil In Confessional (2016): Pop-prog lussureggiante e forbito, con arrangiamenti curati ma mai pomposi o noiosamente ridondanti. Qualche traccia più elaborata è veramente ottima, ma in maggioranza è ruffianeria, piacioneria, zuccherosità ai limiti del radiofonico. 6/10
Sweet Okay Supersister - Spiral Staircase Sass (1974): Inizia benissimo, questo disco di olandesi pazzoidi, con un raffinato zappismo di derivazione Hot Rats, ma poi scade clamorosamente in un cabaret-vaudeville appiccicoso e ruffiano. Prima parte molto buona, seconda quasi inqualificabile. La media fa 5,5/10
T. Rex - Electric Warrior (1971): Per me questo insopportabile e ruffianissimo glam-rock può anche essere l'equivalente inglese di Gianni Morandi. 4/10
Luluc - Sculptor (2018): Coppia mista australiana salita alla ribalta più che altro per la stima di colleghi famosi, forse. Si tratta di un cantautorato molto intimista, che non si illude certo di replicare le gesta di Low e/o Beach House, ma gira su modelli molto più classici, alla Simon & Garfunkel. Che non è proprio un bel complimento, a mio parere. Resta non disprezzabile, comunque, al netto di qualche svenevolezza davvero diabetica. 6/10
Ida - I Know About You (1996): Finito su un 20 Essentials di BU forse più per riempitivo che per reale merito. Un buon suono, canzoni piuttosto zuccherine ed impasti vocali misti quasi alla Low ma alquanto privi di altrettanta profondità. Stiracchiato 6/10
Dear Hunter - Act V - Hymns With The Devil In Confessional (2016): Pop-prog lussureggiante e forbito, con arrangiamenti curati ma mai pomposi o noiosamente ridondanti. Qualche traccia più elaborata è veramente ottima, ma in maggioranza è ruffianeria, piacioneria, zuccherosità ai limiti del radiofonico. 6/10