God Machine - Live @ Rex Club, Paris, France, 12-02-1993: Bootleg estremamente lo-fi del periodo d'oro, con la ritmica in buon udito ma la chitarra un po' sepolta. E nonostante lo stato di grazia generale, un Robin PS un po' stanco e poco performante. 6,5/10
Purple Mountains - Purple Mountains (2019): Mai piaciuti i Silver Jews, ovvero il tanto decantato dalla stampa cantautore Berman. Questa sua nuova incarnazione non fa altro che confermare il mio interesse nei suoi confronti: un cantautore affondato nelle radici folk-rock, stornellante ai limiti del country, a tratti persino stucchevole. 5,5/10
Peter Broderick - How They Are (2010): Autore danese-americano prolificissimo fin dall'adolescenza. In questo, dedito ad un compassato cantautorato che sembra in tutto e per tutto un omaggio a Nick Drake (persino nel canto), che scorre liscio e senza grosse emozioni tangibili. Ben fatto ma non resta un granchè. 6/10
Ligament - Three Dimensional Pumping Heart EP + Indifferent Cop EP (1994/95): Due pubblicazioni corte dei Ligament, le prime su Flower Shop un anno prima del debutto Kind Deeds. Indie-noise di chiara ispirazione statunitense, un'orecchio ai Sonic Youth ed un'altro a derive di matrice Cows, Trance Syndicate e dintorni. Una migliore registrazione avrebbe aiutato non poco. Restano un gruppo di seconda fascia, nonostante la provenienza che di certo non aiutava. 6/10 + 6,5/10
Floh de Cologne - Geyer-Symphonie (1974): Collettivo anarchico tedesco dedito ad operette di cabaret-vaudeville-rock, si direbbe dalle nostre parti musica da baracca per l'epoca, per Oktober Fest un po' più intellettuale ma non troppo. Indispensabile la conoscenza stretta del tedesco per assimilare l'effluvio torrenziale di recitati. Musicalmente ha ben poco, anche se gli strumentisti non erano male. 5/10
Courtney Barnett - Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit (2014): Cantautrice australiana che fa un indie-rock particolarmente ordinario, senza nessun segno distintivo. Una voce buona ma monodimensionale, qualche buon pezzo viscerale, qualche ruffianeria, insomma nulla che si ricordi di atipico o talentuoso. Archivio senza sussulti. 6/10
Madrigali Magri - Mini EP (2002): Il congedo dei MM, un quarto d'ora di outtakes dell'ultimo album, in tono minore per una carriera breve ma sempre a botta sicura con un pugno di album di roba mai sentita prima in Italia. Qui poco da esprimere: percussivismi, acusticherie, fondelli insomma. Avevano già dato tutto. In gloria comunque. 6,5/10
Ubzub - Fluorescent Subcutaneous Alien Hut EP (1993): Brevissimo (10 minuti) esordio degli Ubzub, contenente 3 pezzi che poi saranno inclusi nel folle Alien Manna. Poco da dire: un meteorite post-residentsiano che fa subito centro, un bignamino di ciò che avrà giustamente necessità della lunga distanza per fotografare meglio la loro arte selvaggia. 7/10