martedì 31 maggio 2022

Scarti da TM #74


Eat - Sell me a god (1989): Non era male l'idea iniziale degli Eat, ed in tempi non sospetti: fondere il brit-pop con una mistura di blues, funk e soul. Un po' come edulcorare i Gun Club togliendo follia. Il problema del disco è che è troppo lungo, che il gioco non regge la candela per tutto il tempo. 6/10

Fish - Sunsets On Empire (1997): Mi ci sono imbattuto per caso. L'ex-Marillion in combutta con Steven Wilson, vanesio nello sfoggiare la sua voce, mentre Mr. Porcupine Tree gli srotola un servizio prog-blues a tasso tecnico medio-alto, con qualche concessione blues in accezione moderna. Dopo un quarto di secolo non è invecchiato bene nè lo stile nè il suono, ma qualche passaggio avvincente lo salva dal naufragio. 6/10

Oceansize - Everyone Into Position (2005): Il secondo album di questa grande incompiuta britannica che avrebbe potuto fare cose bellissime se non si fosse persa dietro i mulini a vento. Facevano un alt- prog moderno, mutuato alla fonte dai Cave In di Jupiter, ma con una vena più emotiva e qualche puntata nell'atmo-post-rock. Certo che avessero più che dimezzato le idee, i loro dischi sarebbero stati più gradevoli. Peccato. 6,5/10

Massimo Volume - Il Nuotatore (2019): Pilia non c'è più e si sente, i MV ripiegano su un suono più asciutto e restano nella loro comfort-zone, e cosa potrebbero fare altrimenti. Il giudizio è sempre subordinato al gustibus; unici erano e unici restano. La seconda metà del Nuotatore è eccellente, ma il fiero manierismo che hanno inventato non crea più tante sorprese. 6,5/10

Aidan Moffat - The Soft Toothbrush Years - Selected Voice Memos 2010-2020: Ascoltato solo per completezza estrema, ma siamo ai limiti della scatologia. Flash vocal/narrativi, filastrocche svampite o ormonali, spunti embrionali semiseri, è il solito incontenibile AM, egotico ed esibizionista. s.v.

Matt Christensen - Constant Green (2021): Sei ballad notturne per voce e chitarra, con qualche striata di steel in qua ed in là. MC è garanzia di purezza e classe, di delicati mantra desertici e contemplazione fumosa. Ma dopo aver mandato a memoria Coma Gears e Honeymoons è chiaro che si pretende qualcosa quantomeno a quel livello, anche soltanto come pulizia di suono.  6,5/10

Kevin Ayers - Joy Of A Toy (1969): Il debutto di uno di quelli irregolari che partecipa alla fondazione di qualcosa di storico (Canterbury e altro) e si stufa subito, andando a fare la sua cosa. Che era un cantautorato vaudeville a tratti geniale, a tratti un po' lezioso. 6,5/10

Lichens - 3110⁄2410⁄1810 (2014): Uno dei tanti mantra elettro-mistici di Bob Lowe, diviso in due parti di durata vinilitica. Diciamo che una volta assimilato il concetto, la questione si fa leggermente boriosa. Suoni sempre belli, comunque. 6/10

500won - Um Han (2003): Leggende curiose dall'inizio dell'epopea P2P. Un chitarrista coreano incide un demo e ne diffonde gli mp3. Qualcuno ne viene in possesso, li tagga come Sigur Ros w/Mogwai, li mette in condivisione ed in rete succede il finimondo. Ben poco credibile, a dire il vero. Il demo in questione era ben poca roba, con qualcosa più dei SR che degli scozzesi, ma con delle contraddizioni e dei pressapochismi al limite dell'imbarazzante. 5/10

Clinic - Do It! (2008): Senza nulla togliere ad una band che ha sempre saputo fare del revivalismo la propria cifra stilistica con freschezza, credo che tutti i dischi della maturità siano come questo: bello bello, ben dosato, coinvolgente ma molto poco sorprendente. De gustibus tutta la vita, comunque. 6,5/10

lunedì 2 maggio 2022

Bruce Anderson R.I.P.


Fra gli effetti collaterali di non essere sempre sui social e di aver disdetto l'abbonamento a Blow Up c'è anche questo: venire a conoscenza di fatti dopo mesi. Ne sono passati poco più di 3 dalla morte di Bruce Anderson, e la cosa mi rattrista, al di là del naturale dispiacere umano, perchè proprio l'anno scorso gli MX-80 erano tornati con un ottimo disco, il suono della sua chitarra è sempre stato qualcosa di unico e confortante, avvolgente per l'anima e le orecchie. Cos'altro posso scrivere oltre al fiume di elogi che ho speso su TM in suo tributo? Soltanto un grande ringraziamento per la sua opera, maledettamente rimasta ignorata ai più, nonostante le dichiarazioni di stima da parte di musicisti stra-famosi.
Come scrisse qualcuno, il più grande chitarrista che non avete mai conosciuto.