domenica 31 luglio 2016

Scarti Da TM #12

Big Blood - Unlikely Mothers (2014): Ci riprovo, con i due ex-Cerberus Shoal, ma anche stavolta ciccia. Il loro ritual-psych-folk-core non va più in là di lì, aggravato da una serie di lungaggini infinite; ascoltare questo disco dall'inizio alla fine è un po' una prova di resistenza. Croce Sopra 5/10.

Richard Dawson - Nothing Important (2014): Songwriting art-folk, stralunato, elaborato, a tratti un po' pretenzioso. Non male ma autoindulgente fino all'ossessione. Occorrerebbe ascoltare anche i precedenti per capire meglio quest'inglese. Ma non ne ho voglia. 6/10

T2 - It'll All Work Out In Boomland (1970): Hard-rock con leggerissime finiture progressive ed un sentore west-coastiano sparso pressochè ovunque. Ma se sono rimasti un nome underground di quegli anni un motivo c'è. 6/10

Nucleus - We'll Talk About It Later (1971): Jazzino-rocchino bello educato, per conformazione assimilabile ai Soft Machine ma privo di qualsiasi coraggio. 5/10

Ma Banlieue Flasque - Ma Banlieue Flasque (1979): Altra deriva french-prog fuori tempo massimo, fuori anche dal Rio. Discreto ma si sente già puzza di plastica. 6/10

Von Zamla - Zamlaranamma (1982): Costola dei gloriosi ZMM, non a caso durata poco perchè la migliore ispirazione era già bell'andata. Cervellotico e molto poco ironico, che era una delle migliori doti dei ZMM. 5,5/10

Hastings Of Malawi - Vibrant Stapler Obscures Characteristic Growth (1981): Heman Pathak, fuoriuscito da NWW, con un trio psico-dadaista nelle intenzioni ma dai risultati fin troppo naif e senza inventiva. Momenti sparsi fanno rivivere la magia di Chance Meeting, ma durano poco.
5,5/10

Groundhogs - Live at Leeds (1971): Incomprensibile pubblicazione, per la quale bestemmiai non poco all'epoca dell'uscita perchè comprai il cd. Un live registrato malissimo, un peccato mortale per il trio che all'epoca faceva super-faville con Split5/10

Incredible String Band - The Hangman's Beautiful Daughter (1968): Poco da dire, non è il mio genere. Viene definito un caposaldo del folk inglese; speravo di intrasentire le radici di un Roy Harper o di un Kevin Coyne, invece ciccia. Ingiusto dare un voto.

Mad River - Mad River (1968): Avevo letto di riferimenti ai Quicksilver, di chitarrismo ai tempi avanguardistico, invece si tratta di un west-coast molto umorale (per non dire poppeggiante) che mi ha lasciato l'amaro in bocca. 5/10

John Fahey - The Voice Of The Turtle (1968): Fahey, il monumento del finger picking. Poco da dire, non è il mio genere. Ingiusto dare un voto, non ci capisco niente.

Arcane Device - Engines of myth (1988): Stranissimo esperimento per feedback elettronici. Inizia con dei bei tonfi siderali che sembrano stabilire un parallelo fra l'esoterismo ed il rumorismo puro, poi si appiattisce. Comunque interessante. 6,5/10

Holy Modal Rounders - Indian War Whoop (1967): Spassoso e dissacrante spettacolo weird-folk-pop come solo in quegli anni poteva essere concepito. Porta un po' troppo addosso il suo mezzo secolo di vita, ma resta un crocevia molto importante. 7/10

Ramones - Rocket To Russia (1977): Sì, non avevo mai ascoltato un disco dei Ramones fino a ieri. E non mi ero perso proprio un bel niente. Una pochezza che dire imbarazzante o disarmante è dire niente. Ci stava il successo, ma anche il clamore critico, nooooooo... 4/10


Einstürzende Neubauten - Tabula Rasa (1993): Persa quasi ogni forza agitatoria-caustica, gli EN si davano in pratica alla musica da club. Censurabile. 5/10

Gavin Bryars - The Sinking Of The Titanic (1975): Una palla gigantesca, mortale, minimalista. La musica da camera non può essere rappresentata da questo tedio. 4,5/10

Paul Dolden - L'ivresse de la vitesse (1994): Esperimento massimalista, con non so quante centinaia di tracce e strumenti sovrapposti. Il problema è che manca un'idea musicale di fondo, e non finisce mai. Sembra più un promo di servizio per produttori o addetti che un disco con delle velleità artistiche. 5/10

Cramps - Songs the Lord Taught Us (1980): Quasi come i Ramones, nel senso di pochezza d'idee e limite di raggio d'azione. Paradossalmente gruppi successivi che furono influenzati da loro saranno di gran lunga più talentuosi (Jon Spencer, Gallon Drunk). Per non parlare del parallelo con i Gun Club: non sia mai! 5/10

Clientele - Bonfires on the Heath (2009): Si spegne la luce. Baldanzosi, frizzanti e sbarazzini, gli ultimi Clientele hanno perso non soltanto la magia primaverile dei primi anni ma anche la disincantata poesia britannica dei dischi di mezzo. 5/10

Claw Hammer - Pablum (1992): Altro che il Capitano e i Devo. Forse ho sbagliato disco, il terzo che veniva esaltato da Rumore e Rockerilla ai miei vagiti di ascoltatore alternativo. Qua c'è solo un rockaccio stradaiolo che fa pensare più ai Guns'N'Roses. Blah. 4,5/10