mercoledì 31 agosto 2016

Scarti Da TM #13

Min Bul - Min Bul (1970): Non riesco ad amare Terje Rypdal, il chitarrista/sassofonista norvegese, icona del free-jazz-rock tributato nella List ben due volte (se contiamo la comparsata sul Mantler sono 3). Non scocca quella scintilla magica che fa così. C'è del genio ma c'è un non so che. Amen. 6,5/10

Circle - Pori (1998): Band finlandese di corso ventennale, con una discografia colossale. Questo è il classico esempio di come originalità non significhi necessariamente bontà. Uno strano ibrido di psichedelia, pseudo-metal, progressive, minimalismo che cerca di andare a parare un po' ovunque ma non porta a nulla di significativo. 5,5/10

Golden Cup - Vagabond (2012): In tema di psychedelia vintage-style, credo si sia arrivato al fondo del barile anche come genuino revival. Peccato per questo italico che opera quasi esclusivamente all'estero, con una prova incolore, scialba e strasentita. L'occult è stato ben altro. 5/10

Smog - Dongs Of Sevotion (2000): Uno dei primi segnali di schizofrenia di Callahan, che all'epoca trovai deludente. Dopo 16 anni, resta una grande stridentia: un pugno delle sue ballad crepuscolari di classe vs. un'altro pugno di canzonette sciape ed insignificanti. 6/10

Blue Sabbath Black Cheer - Bourtanger Moor (2007): Cdr in 50 copie a due facce: il primo pezzo (34 minuti) un'imponente e intimidatoria suite drone-horror-metal, il secondo un dispensabile brancolare pseudo-industriale nel buio con troppi silenzi. La media fa 7/10

Peaking Lights - Imaginary Falcons (2009): Esordio immaturo, registrato male per non dire dilettantistico in senso stretto. Quel senso di giocosità che fece fiorire Lucifer 3 anni dopo c'era già, mancava un veicolo coerente ed una produzione decente. 5/10

Brian Chase ‎- Drums & Drones (2013): Lunghissimo e basato su droni minimalistici e manipolazioni di suoni della batteria (la suona negli Yeah Yeah Yeahs). Titoli didascalici che spiegano la fonte. Una palla mortale. 5/10

Robert Aiki Aubrey Lowe - Timon Irnok Manta (2012): Tutto questo minimalismo moderno inizia a rompermi un po' i maroni. Non si salva neanche il mitico Lowe, oppure sarà una mia fase in cui sopporto sempre meno tali cose. Che noia, e pensare che è diverso da quanto fa a nome Lichens. Crisi d'identità? (Mia, non di Bobby) 5,5/10

Confusional Quartet - Confusional Quartet (1980): Nulla da dire sull'originalità, specialmente se rapportata al periodo ed alle contingenze (Bologna nel post-punk). Ma nel complesso, nonostante certe jazzate di rilievo, è un po' troppo goliardico per i miei gusti (sì, sono un musone). 6,5/10

Seishokki - 1975-1977 (2005): Recupero di un'oscurissima formazione nipponica attiva negli anni che titolano il disco. Si è scomodato Julian Cope per sbandierare l'operazione archeologica, ma si sa che basta un'occhio a mandorla per mandarlo in solluchero. Quando il dilettantismo e la naivetè sbaragliano qualsiasi velleità artistica. 4,5/10

Appaloosa - The Worst of Saturday Night - Musica Per Energumeni Del Sabato Sera (2012): Basta, parlar male dei gruppi italiani. 5/10

Deutsch Nepal - Deflagration of hell (1991): Elettro-industrial invecchiato male, monotono e poco poco intimorente. 5/10

BeMyDelay - Hazy Lights (2013): Ballate folk autunnali e delicate di fingerpicking per la Marcella. Alcune sono anche molto intriganti (Stranger), ma alla lunga la sua voce fiacca ed incerta svilisce il complesso. Si sente l'umiltà di fondo e la si apprezza. 5,5/10

Biglietto Per L'Inferno ‎- Vivi. Lotta. Pensa (2015): Lasciamo perdere. Frate Claudio, dalla sua mite ed eremitica posizione, potrebbe anche incazzarsi. 4/10

Black Widow - Sleeping With Demons (2011): Che orrendità. Non riuscire a raggiungere l'età della pensione ed arrabattarsi per infangare un nome (quasi) storico, peraltro senza averne neanche tutti i diritti. E sono anche fin  troppo cattivo perchè il fautore di tutto ciò, Clive Jones, ha lasciato questa valle di lacrime nel '14. 4/10

Walker Brothers - Nite Flights (1978): Reunion isolata, al culmine della crisi che attanagliò Scott per tutti i '70. Disco diviso fra i tre componenti; la sua parte è molto buona con un proto-crooner-wave di classe cristallina, quelle degli altri due sono noiose ed insignificanti. La media fa 5,5/10

Nosferatu - Nosferatu (1970): Una delle poche ovvietà tutto sommato trascurabili della NWW List. Rock flautato e frizzante in stile Jethro Tull/Colosseum, grintoso quanto basta, per un ascolto curioso e nulla più. I Lily in questo campo furono molto superiori. 6,5/10