mercoledì 31 maggio 2017

Scarti Da TM #22

Boyd Rice - Boyd Rice (1977): La metto esattamente come PS: il principio è puramente concettuale, il risultato è qualcosa di men che mediocre. Loops ossessivi con un gusto del macabro che si taglia col coltello. 5/10

Uniform - Perfect World (2015): Electro-noise dai tratteggi industriali per un duo newyorkese che include il cantante dei Drunkdriver. Niente paura, non ci avviciniamo a quei livelli e  manca il coraggio di addentrarsi in aree meno impervie ma il disco è comunque buono e travolgente. 6,5/10

Jah Wobble ‎- Heaven & Earth (1996); Lussureggiante florilegio di sonorità etniche, una specie di giro del mondo in un'ora e rotti. Orchestrazione ricca e produzione limpida. Fa un po' tappezzeria, salotteria, il che lo relega ad un prodotto più da sottofondo distratto che focus artistico vero e proprio. 6/10

Cloud Nothings - Life Without Sound (2017): Baldi prosegue col suo alternative-indie-pop fragoroso, fresco e frizzante. Mi viene il sospetto che non tornerà mai più ai livelli di Attack on memory, a meno che non si rivolga di nuovo a Steve Albini. Discreto, nulla più. 6,5/10

Coil ‎- Astral Disaster (1999): Disco più di mestiere che di sostanza, che ha diviso la critica in pareri opposti. Io sto dalla parte dei detrattori, sostenendo che sulla carta le idee eccellenti c'erano, ma sono state diluite in modo criminale. Il che non permette comunque di scendere sotto la sufficenza. 6/10

John Carpenter ‎- Dark Star (1976): Troppo infarcito di dialoghi, che limitano l'apporto delle sonorizzazioni (in ogni caso discrete) a direi a spanne un quarto del contenuto. Va bene per i fans terminali del regista. 5/10

V⁄Vm as MRS VVMILLS - Between nothingness & eternity (2016): Da qualche tempo il mio adorato Kirby ne imbrocca ben poche. Anche questo resuscitare V/Vm non è entusiasmante: solo piano, raffazzonato e con poche emozioni, tumultuoso e casinista. Cracovia non gli porta bene, era meglio quando stava a Berlino: meno fame, più ispirazione? 5,5/10

Dead Meadow - Peel Sessions (2012): In vinile limitato, la sessione Peel registrata nel 2001, con solo il primo omonimo alle spalle, più un paio di demos antecedenti. Grezzo, genuino ed entusiastico vintage-hard-psych, le vette artistiche ancora da raggiungere, la vanità della giovinezza e dell'inesperienza. Adorazione, sempre e comunque, fino al 2008. 6,5/10

Grumbling Fur ‎- Furrier (2011): Pastone notturno ad opera di O'Sullivan ed il cantautore psych Alex Tucker, che continuo ad ignorare nonostante le collaborazioni illustri. E' senza dubbio psichedelia, che vorrebbe essere della più bell'acqua, ma sostanzialmente gira attorno ad un concetto non identificato senza colpo ferire. 6/10

Pye Corner Audio ‎- Black Mill Tapes Volume 4 - Dystopian Vectors (2014): Elettronica haunto-vintagistica. Sembra un cuginetto minore di Aphex Twin, oppure lo stesso un bel po' prima del 1985, diciamo con una buona padronanza tecnica ma con molta meno inventiva. 5,5/10

David Yow - Tonight You Look Like A Spider (2013): Inqualificabile Yow; pare che ci abbia messo 15 anni a fare questo strumentale fritto misto di library, ambient, soundtrack, con dei suoni MIDI che erano già brutti ed obsoleti nel 1998. Ma il personaggio è anche questo, ed alcuni tratti sono molto interessanti, peccato per quelli a vuoto. 6/10

Milton Nascimento & Lô Borges - Clube Da Esquina (1972): Il favoleggiato che narrano aver folgorato Battisti durante il viaggio in Sudamerica pre-Anima Latina. Preciso che sono tutt'altro che un estimatore della brasileirità, che ritengo troppo stucchevole, e questo mica si sottrae. Ci sono comunque diversi tratti abbastanza interessanti e ben arrangiati. 6/10

Cheap Trick - In Color (1977): Caduta di tono notevole rispetto al debutto, di pochissimo precedente. Si dice fossero degli scarti; quel che manca è la genuinità, e le canzoni vorrebbero essere semi-parodie e/o citazioni senza nerbo. 5,5/10

Soundgarden - Ultramega OK (1988): Ripescaggio in ossequio alla morte di Cornell; sto riscorrendo il catalogo. Questo per me fu quello meno ascoltato; ancora leggermente acerbo, un po' indeciso sul da farsi, ma già anticamera di un crescendo scintillante che culminerà in quello che ho deciso di bloggare. 6,5/10

Alvin Lucier - Bird and Person Dyning (1976): Difficile dare un giudizio per uno sperimentatore così ardito. 24 minuti di feedback elettronico e cinguettii mi lasciano un po' contrariato. Molto meglio l'altra facciata, per manipolazione vocale e synth rovinosi. La media fa 6/10

Annexus Quam - Osmose (1970): Jams oscure di psichedelia vagamente jazzata per questo ensemble tedesco, non particolarmente rilevante nella storia krauta. L'ispirazione lisergica era sicuramente Saucerful of secrets, iniettato da una schiera di fiati a corredo. L'idea poteva anche starci e i suoni sono fascinosi come da epoca, ma è un disco involuto e privo di dinamiche. 6/10