giovedì 30 novembre 2017

Scarti Da TM #28

Squadra Omega - Materia Oscura (2017): Continuano a non convincermi gli SO, sempre più impelagati in un coacervo di psichedelia, jazz e sperimentazione che non condivido con lo spirito più genuino della IOP. Risaputi, seppur gradevoli. 6/10

Daevid Allen ‎- Banana Moon (1971): Idee ancora un po' affastellate per il guru dei Gong, che si perdeva un po' fra psichedelia, cabaret e bizzarrie assortite. Il pezzo lungo lascia intravedere gli sprazzi di puro genio che tarderanno poco ad arrivare, comunque. 6,5/10

Andrew Douglas Rothbard - Abandoned Meander (2006): Dai fasti dei grandissimi Pleasure Forever alle vesti dimesse soliste, Rothbard ce ne ha messo del suo, e parecchio, al punto che ti chiederesti se davvero è lui. Un Syd Barrett melodrammatico piombato nel mondo moderno dal nulla. Ma mi aspettavo di più; troppa enfasi e visioni semi-lucide. 6,5/10

Third Eye Foundation ‎- Semtex (1996)Il pre-progetto di Matt Elliott. Jungle-noise senza alcun dubbio originale e ricercato, con un po' di shoegaze. Non tutto ciò che brilla è oro, però è senza dubbio meglio di cosa è diventato da songwriter acustico. 6,5/10

NON - Physical Evidence (1982): Pre-power electronics cruento e trucido per uno dei dischi più citati per Boyd Rice. Inizia maluccio per poi riprendersi. Lo-fi d'antan che forse oggi fa sorridere ma chissà la paura ai tempi....6/10

Dreamfish - Dreamfish (1993): Namlook + Mixmaster Morris. Inizia benissimo con una splendida divagazione kraut-cosmic ma poi butta tutto all'aria con una traccia di 28 minuti che sono sembrati lunghi 28 ore. Ed il resto ne patisce l'effetto soporifero. 5,5/10

Red Chair Fadeaway - Mesmerised (1993): Piccola memoria badiniana dei primissimi Rockerilla che comprai. Folk-rock mutuatissimo dalla seconda metà dei '60, e chissà perchè scriveva che era psichedelico. Poco più che amatoriale, anche se fatto con passione. 5/10

Curved Air ‎- Second Album (1971): Ibrido prog-canterburyano che, fosse stato più oculato, sarebbe passato alla storia, mentre invece resta più impresso per la voce della cantante, per il violino e ben poco per elementi più importanti come le composizioni, le tastiere, etc. Seconda fascia, interessante per i completisti che voglio dire "ho ascoltato praticamente tutto". 6,5/10

Moonshake - The sound your eyes can follow (1994): Originalità a tutti i costi non sempre vuole dire buoni risultati. Dopo una rivoluzione in line-up i Moonshake chiudevano col passato e realizzavano una sarabanda per samples, fiati, ritmiche festaiole e voce enfatica. C'era del gusto ma l'output non proprio memorabile. 6/10

National Health - National Health (1978): Solo due parole: perfezione formale ed eleganza in questo tardo prodotto del jazz-prog canterburyano. Difficile discutere sulla maestria dei personaggi coinvolti, ma eravamo già fuori tempo massimo....6,5/10

Karlheinz Stockhausen - Klavier Stuecke (1958-59): Svolazzi schizzati per solo piano, con spartito in formato A1 e partitura soggetta ad alea. Riservato agli addetti ai lavori? 6/10

Crass ‎- Christ - The Album ⁄ Well Forked - But Not Dead (1982): Molto inferiore allo storico debutto Stations: troppo spezzettato, con elaborazioni fuori dalla loro portata, chitarre un po' gonfiate ed una artefazione eccessiva. Ma ci poteva stare, per motivi extra-musicali. 6/10

PJ Harvey - Is this desire (1998): Non sono un particolare estimatore dell'album "elettronico" della divina PJ, certo le prodezze non mancano ma mi sembra un disco un po' smorzato, in cui le emozioni sono state represse quasi brutalmente. Insomma, il classico di transizione fra la fase giovanile e quella, fantastica, della maturità. 7/10