sabato 30 giugno 2018

Scarti Da TM #35

Vic Chesnutt ‎- Drunk (1993): Drastica caduta di tono rispetto all'anno prima ed il fantastico West Of Rome. Mesto e monotono folk-writing con arrangiamenti ingessati e scontati. Certo l'autore aveva la sua cifra, ma si vede che a livello produttivo la mancanza di Stipe si faceva sentire, e non poco. Troppo alcool. 6/10

Caretaker - Take Care, It's A Desert Out There (2017): 50 minuti di dark ambient galattica, per un'installazione artistica a Londra nel Dicembre scorso (non ho capito se eseguita dal vivo o meno, ma non ha importanza). Il mio paladino sa (sapeva?) fare molto meglio, anche in questo filone oscuro. 6/10

V⁄Vm - V⁄Vm Valentine EP (2001): Questo è quanto faceva LK da giovane; poco più che amatoriali, dissacranti trattamenti di canzoni famosissime, a base di tonnellate di chorus, con art-work ancor più amatoriali, quasi esilaranti. Diciamo che è stata una palestra importante per prendere confidenza coi macchinari giusti. 5/10

V⁄Vm - The Green Door (2000): Vedi sopra: in quegli anni il ricciolone sfogava tutte le sue velleità distruttive in questi manualetti dell'assurdo, un po' troppo lunghi per essere digeriti, seppur a tratti interessanti. 5/10

V⁄Vm - Sick Love (2000): Vedi sopra e nient'altro. 5/10

V⁄Vm - Dimitri Shostakovich ''The Missing Symphony'' (2003): Le 15 sinfonie del russo collagizzate e stratificate in un tempo fisso per 4 movimenti. Ne esce un maelstrom sinfonico che in fondo non ha un gran significato. O se ce l'aveva, non l'ho capito. 5/10

Caretaker - Delving Into My Past For FACT (2009): Un podcast a quanto pare antologico di quanto aveva realizzato JK come Custode fino ad allora, per un magazine online. Difficile smentire la natura riepilogativa; in gran parte il filone è quello dark-ambient dei dischi più lunghi, la grana invece è ben riconoscibile. 7/10

Yo La Tengo - May I Sing With Me (1992): Non sono mai impazzito per gli YLT, a parte forse Electropura che ritengo un ottimo disco, ma per il resto mi sono sempre sembrati degli onesti mestieranti indie-rock, di sicuro di buon livello ma prescindibili. Se questo è il loro capolavoro, la mia opinione peggiora di sicuro. 6/10

Ozric Tentacles - Erpland (1990): Dev'essere una questione di tempi: una volta gli OT mi piacevano di più. Chiaro che per il 1990 erano un'anomalia ed in fondo lo sono sempre stati, ma un senso di anestetico mi coglie alla fine di questa loro pietra. Space-technic-instru-rock di gran classe, ma alla lunga annoia un po'. 6,5/10

Walter Franco - Ou não (1973): Curioso cantautore brasileiro capitato chissà come fra le mani di Stapleton. La freakitudine del personaggio è fuori discussione, le sonorità prettamente acustiche e neanche tanto aderenti alla tradizione nazionale. Un'inclusione simpatica della List e niente di più. 6/10

Kluster - Klopfzeichen (1971): Asperità industriali a go-go per il debutto di Rodelius & Co., ben acerbi rispetto alla seconda fase con la C, molto più avveniristica e memorabile. Un disco piuttosto pesante da digerire, nonostante qualche buon momento nel secondo lato. Più che altro è sembrato fatto a casaccio. 6/10

Flavio Giurato - Le Promesse Del Mondo (2017): Nonostante qualche aggiunta strumentale sull'impianto, il Giurato attuale resta focalizzatissimo sulle liriche, che però non sono interessanti come in Maiorana. Per cui si tratta di un turn-over giudiziale: leggermente meglio le musiche, leggermente meno le parole. La media fa 6,5/10

2 Foot Flame - 2 Foot Flame (1995): Primo di due del trio Jefferies-Morley-Smith, un esperimento non troppo riuscito: eruzioni chitarristiche del secondo su declamazioni stentoree della terza, col primo defilato in qualche sfuriata di batteria e qualche svolazzo di piano dei suoi. Mancava un filo coesivo, in fondo. 6/10

Godspeed You Black Emperor! - Luciferian Towers (2017): Mezza delusione per i Godspeed al loro ultimo; un disco concentrato solo sui suoni, come da stile, ma clamorosamente privo di dinamiche, involuto su sviluppi circolari e privo di quelle impennate che li hanno resi grandi. Una mezza dormita. 6/10

Webcore - Webcore webcore (1988): Uno strano miscuglio spacciato per un Top 20 della psichedelia britannica di fine '80, che secondo me di connotati ne ha poco o niente. Una specie di elettro-wave di strada, con insistenti percussioni troppo '80 per poter accattivare, troppe declamazioni, e un fondo musicale un po' esile. Originale sicuro, ma scarso. 5,5/10

Violent Femmes - Violent Femmes (1982): Il ricordo del video iper-realista di Gone Daddy Gone visto su Indies fa scendere una lacrimuccia: il folk-core dei Violent Femmes non era davvero la mia tazza, ma riconosco loro un originalità ed uno stile. 6,5/10

High On Fire - Blessed black wings (2005): Non tollero Pike nelle sue vesti di Lemmy stoner-metal, cioè; lo tollererei se fosse uno sconosciuto, anche se ai limiti della freddezza, ma sapendo chi è, resto deluso. 5,5/10