mercoledì 31 ottobre 2018

Scarti da TM#39

Seirom - I Was So Sad (2016): MDJ si è fatto un po' prendere la mano e, citando il titolo del suo splendido terzo disco, la luce ha inghiottito tutto: il 4° Seirom è di fatto il suo album new-age; statico oltre misura, inondato di tastieroni hauntologici, quasi dolciastro, svanito, poco sviluppato come tematiche. Cocente delusione, e si poteva quasi prevedere, in progressione. 5/10

Snatch - Shopping For Clothes 12'' (1980): Difficile giudicare un EP, soprattutto se nella List. Tre pezzi da parte di un duo femminile art-elettro-punk stanziato a Londra a fine '70, con tutte le contraddizioni della situazione. Un inqualificabile pseudo-jazz, un elettro-funk schizoide, un delirante stomp-wave. La media fa 6,5/10.

Quix O Tic - Mortal Mirror (2002): Originalissimo trio di Washington, di area indie (su Kill Rock Stars). Una specie di soul-pop virato dark con cantato femminile vibrato, suonato scarnissimo, per larghi tratti soltanto basso e batteria. La sorpresa finisce presto e subentra la noia, con la mazzata finale di un'inspiegabile Lord Of This World che ammazza letteralmente. Pitchfork gli ha dato 3.6, io sono più magnanimo. 5/10

Lorde ‎- Pure Heroine (2013): Dischi di puro diabete come questo mi fanno tornare a sentire i miei 20 anni: fanculo il mainstream, fanculo i ritmi hip-hop, fanculo i coretti r&b, fanculo tutti.  E mi fanno tornare ad avere voglia delle chitarre. Magari con una produzione più suonata non sarebbe stato neanche malaccio, ma anche le canzoni non sono granchè. 4,5/10

Galaxie 500 - Today (1988): Termino qui il mio rapporto con la discografia dei G500, composta di un grande disco (On Fire), uno mediocre (questo) ed uno scarso (l'ultimo). Pochi gruppi nella storia sono stati così integralisti; canzoni praticamente tutte uguali, seppur diverse nei risultati sostanziali, un paio soltanto indimenticabili e per il resto tanti sbadigli.  6/10

Polyrock - Changing hearts (1981): Inferiore al debutto di un anno prima, seppur gradevolmente art-wave, perchè meno arty e scevro di quelle trovatine che lo rendevano speciale. Più legato alla new-wave secca e ritmata, più Devo, in sostanza meno geniale. Sancì lo split. 6,5/10

Olivia Tremor Control ‎- Music From The Unrealized Film Script ''Dusk At Cubist Castle'' (1996): Odio i Beatles, e la scheda di PS per me è Pura Bibbia giustizialista. Per cui non digerisco neanche dischi come questi, che vengono santinati più o meno da tutta la critica. 5/10

Bowery Electric ‎- Beat (1996): Sonorità fascinosamente electro-shoegaze per una band che rinnegava le chitarrosità del debutto di appena un anno prima, che comprai dal Pig. Ma la noia domina in lungo ed in largo, lasciando che la cura del suono prevalga su un songwriting che in realtà non esiste. Due-tre spanne sotto i Seelfeel. 6/10

Ogive - Folds (2017): Ambient organica brulicante più che dronica, per 5 lunghi FLAC che fanno della ricerca e del puntiglio del suono la loro mission, a mia ipotesi. L'encefalogramma però fa ben pochi sbalzi, relegandola a merissimo sottofondo per qualsiasi cosa; non influenza per niente ciò che si fa durante. 6/10

Electric Wizard - Come my fanatics (1997): Ecco la differenza fra fuoriclasse (Sleep) e brave formazioni di buona classifica come gli EW: un disco che inizia alla grande, con suono sulfureo e supercartavetroso, da manuale doom-metal, e poi cala drasticamente dalla metà in poi, fino a diventare prevedibile nonostante l'indubbia maestria malefica. 6,5/10

Tom Waits - Rain Dogs (1985): Tanta, tantissima stima, ma non è proprio il mio genere. Lo preferivo nei '70. 6,5/10

Jandek - White Box Requiem (1996): Mi sembrava strano. Avevo ascoltato solo Blue Corpse e lo avevo  trovato bellissimo. Forse Jandek ha dato il meglio di sè sul filone chitarra acustica/voce negli '80; la sventura sonora ha un suo fascino perverso, ma questo è davvero troppo, troppo semplicistico per colpire. 6/10

Message To Bears - Carved From Tides (2016): Purtroppo il buon Jerome alterna dischi riuscitissimi (Maps) a pallide reiterazioni del suo estatico glitch-folk (Folding Leaves, questo). Credo sia giunto il momento di dare una sterzata, perchè ormai il filone ha esaurito la sua vena e ripetersi oltremodo non giova al suo status artistico. 6/10

Jandek - Glasgow Monday (2006): Sembra che parlare male di Jandek sia illegale, ma per me questo live per sussurro senile, piano demente, soffi di basso e sfrigolii di piatti è indifendibile: va bene la naiveteè, va bene il personaggio che si svela e tutte le sue storie accessorie, ma questo è veramente troppo. Almeno con la chitarra c'è maggior spettro sonoro e dinamismi. 4/10

Rake - Intelligence agent (aka g-man) (1996): Parecchio inferiore al precedente dell'anno prima, il doppione super-folle che ce li ha consegnati come degni eredi di taluni giganti del passato. Una formula così instabile e precaria necessitava di maggior lucidità (sembra un ossimoro, ma è così) e qui i Rake l'avevano smarrita. Oppure si prendevano troppo sul serio. 6,5/10

Radar Bros. - Radar Bros (1996): Un Top 20 dello Slow-Core secondo BU. Un'onesto e semplice lavoro di folk-rock pigro, svogliato e sottilmente elettrico secondo me. Emerge qualche buona composizione, ma quando decidi di mantenere un battito così uniforme come ritmiche ed emotività, sono ben altri i livelli che ti devono differenziare dal mucchio. 6,5/10