mercoledì 30 giugno 2021

Scarti da TM #63


Horde Catalytique Pour La Fin - Horde Catalytique pour la Fin (1971): Una delle tante orde di pseudo-avant-free-jazz contenute nella List, il cui giudizio ha molte variabili: l'umore della giornata, il sound preferito dell'ultima settimana, la qualità del sassofonista, etc etc. Questi erano francesi e selvaggi oltremisura, ma qualche momento interessante c'è. 6/10

White Suns - Totem (2014): La stagione dorata del free-noise americano è bella passata e ha lasciato qualche bel reperto, ma ancora oggi qualcuno prova a dare un senso con delle operazioni più o meno colte come questo, che se fosse uscito diec'anni prima sarebbe stato salutato come un capolavoro. Oggi è un buon esperimento e poco di più. 6,5/10

Comsat Angels ‎- Fiction (1982): L'exploit dell'anno prima di Sleep no more purtroppo fu un caso isolato, o una congiunzione astrale. La realtà è che i CA restarono dei wavers di serie B, e la storia l'ha dimostrato. Questo terzo fa il paio col debutto del 1980, un disco sfocato, svagatamente arty e con poche melodie azzeccate. 6/10

Door And The Window ‎- Detailed Twang (1980): Diciamo che a quei tempi in UK era tollerata anche l'amatorietà assoluta, soprattutto se a vaticinare (ed improvvisarsi batterista) c'era un'autorità del DIY come Mark Perry, evidentemente bisognoso di una pausa. Ma diciamo anche che un conto è essere geniali non sapendo suonare (e di esempi ce ne sono tantissimi), un'altro è essere naif ed infantili senza una vaga idea di fondo. 4/10

Doors - L.A. Woman (1971): 2/3 grandi pezzi su 10 non sarebbero stati sufficienti per parlare di rinascita dopo i disastri precedenti, ma quantomeno sarebbero stati un segnale positivo. In ogni caso, non è detto che Morrison sarebbe andato avanti se non fosse morto poco dopo, e sarebbe stato un peccato comunque, vista la sua metamorfosi da shouter (degli altri 3 no, perchè riciclavano luoghi comuni blues con per l'appunto 2/3 impennate notevoli). 6,5/10

Enrico Piva ‎- Double Bind (1989): Geometria assoluta per il Piva più decantato da Vittore Baroni, e non solo. Una serie di pattern percussivi con pochissime differenze, suoni manipolati e sequenze impercettibili da scoprire, con una soglia cerebrale molto alta. Molto pretenzioso e pretende troppa attenzione. 5,5/10

Guru Guru - Early Archives, Live 1969: Archeologia prossima alla profanazione, trattasi di un tape dell'epoca riversato in questo inutile bootleg che assembla per 3/4 delle prove embrionali del grande UFO in una registrazione così infame che svilisce tutto. Parziale ripresa nel finale, con 3 estratti decisamente migliori, per quanto precari (sempre scarti/prove). 5,5/10

R.Y.F. - Shameful Tomboy (2019): Fare il paragone con la divin Polly Jean mi è sembrato un tantinello esagerato. Tuttavia, lo scarno ed enfatico cantautorato della Russo ha un suo orgoglio ed una sua cifra dignitosa (tutt'al più evocherei Thalia Zedek), fatto di semplici pezzi voce e chitarra elettrica, con qualche buono spunto. I margini di miglioramento ci sono. 6/10