VV.AA. - WeMe10ans (2014): Compilation di pura acid-house che ho acquisito solo ed esclusivamente per la presenza di un inedito di Leyland Kirby, dato che sono del tutto ignorante in materia. Devo ammettere che si tratta veramente di una buona antologia, però, con delle punte che sfiorano l'Aphex Twin d'annata, ovviamente altalenante ma in sostanza un 3/4 d'ora piacevole. 6,5/10
Richard Chartier - Removed (2017): Collaboratore di Basinski ma soprattutto prolifico ambientalista da circa 20 anni, con questo acclamato il californiano esplora il confine fra musica, drone e silenzio. Richiede moltissima attenzione perchè perdere il filo è un attimo, ed io l'ho smarrito una certa. 6/10
Tom Recchion - Sweetly doing nothing (2006): Da questo punto in poi il magico Tommy ha ripiegato la sua fantastica musica su un elettroacustica ombrosa, seriosa e quasi priva dell'ironia palpabile che ha colorato la sua parabola gloriosa. Resta un buonissimo prodotto ma senza quei colpi di genio a cui ci aveva abituato, lascia un amaretto in bocca. 6,5/10
Kevin Coyne - In Living Black And White (1976): Live celebrativo del primo KC, a due facce: metà solo voce e piano elettrico, molto cabarettistico, e metà full band con uno scatenato Andy Summers, in procinto di formare i Police. Un blues-rock sostanziale e sanguigno, con ottima tenuta istrionica, ma privo di quella profondità che ha contraddistinto i suoi primi dischi. 6,5/10
Carl Stone - Four Pieces (1989): Il minimalismo polifonico di Stone, con delle punte d'eccellenza nei loops vocali e dei nadir nelle orchestrazioni più intricate, danneggiate da quel maledetto suono plasticato dei suoni a pochi bit. Costava molto di più usare degli strumenti veri per quelle partiture avanguardistiche? 6/10
Franti - Il giardino delle 15 pietre (1986): Propaggine avanzata di un art-Rio-post-punk, declinato in diverse (troppe) salse: reggae, punk, cabaret, ed altro. La voce femminile così declamata alla lunga tedia, finendo per far passare a volte in secondo piano le musiche, intriganti. 6/10
Air Conditioning - The Ocean (2007): L'ultimo, improvviso lavoro degli AC in formato cassetta a 100 esemplari. Terminava così la breve corsa del più grande act harsh-yankee-noise, con una concentrazione qualità/quantità colossale. Meno rifinito, con poche sorprese e molto trapano, rispetto ai 3 dischi maggiori, ma sempre una terapia d'urto che non lascia indifferente. 6,5/10
My Cat Is An Alien - Leave Me In The Black No-Thing (2006): Due pezzi per un ora per gli Opalio Bros in uno dei loro più pubblicizzati, che mi lasciano un filo perplesso. Rumorismo psichedelico un po' gratuito, molto flusso di coscienza affastellato ed accatastato. Sonorità harsh ma ben confezionate. 6,5/10
Richard Chartier - Removed (2017): Collaboratore di Basinski ma soprattutto prolifico ambientalista da circa 20 anni, con questo acclamato il californiano esplora il confine fra musica, drone e silenzio. Richiede moltissima attenzione perchè perdere il filo è un attimo, ed io l'ho smarrito una certa. 6/10
Tom Recchion - Sweetly doing nothing (2006): Da questo punto in poi il magico Tommy ha ripiegato la sua fantastica musica su un elettroacustica ombrosa, seriosa e quasi priva dell'ironia palpabile che ha colorato la sua parabola gloriosa. Resta un buonissimo prodotto ma senza quei colpi di genio a cui ci aveva abituato, lascia un amaretto in bocca. 6,5/10
Kevin Coyne - In Living Black And White (1976): Live celebrativo del primo KC, a due facce: metà solo voce e piano elettrico, molto cabarettistico, e metà full band con uno scatenato Andy Summers, in procinto di formare i Police. Un blues-rock sostanziale e sanguigno, con ottima tenuta istrionica, ma privo di quella profondità che ha contraddistinto i suoi primi dischi. 6,5/10
Carl Stone - Four Pieces (1989): Il minimalismo polifonico di Stone, con delle punte d'eccellenza nei loops vocali e dei nadir nelle orchestrazioni più intricate, danneggiate da quel maledetto suono plasticato dei suoni a pochi bit. Costava molto di più usare degli strumenti veri per quelle partiture avanguardistiche? 6/10
Franti - Il giardino delle 15 pietre (1986): Propaggine avanzata di un art-Rio-post-punk, declinato in diverse (troppe) salse: reggae, punk, cabaret, ed altro. La voce femminile così declamata alla lunga tedia, finendo per far passare a volte in secondo piano le musiche, intriganti. 6/10
Air Conditioning - The Ocean (2007): L'ultimo, improvviso lavoro degli AC in formato cassetta a 100 esemplari. Terminava così la breve corsa del più grande act harsh-yankee-noise, con una concentrazione qualità/quantità colossale. Meno rifinito, con poche sorprese e molto trapano, rispetto ai 3 dischi maggiori, ma sempre una terapia d'urto che non lascia indifferente. 6,5/10
My Cat Is An Alien - Leave Me In The Black No-Thing (2006): Due pezzi per un ora per gli Opalio Bros in uno dei loro più pubblicizzati, che mi lasciano un filo perplesso. Rumorismo psichedelico un po' gratuito, molto flusso di coscienza affastellato ed accatastato. Sonorità harsh ma ben confezionate. 6,5/10
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