domenica 30 settembre 2018

Scarti Da TM #38

Magical Power Mako ‎- Super Record (1975): Secondo album di Makoto Kurita dopo quel Magical Power che ne aveva rivelato il talento folle. Delusione, perchè qui lo psycho-ninja ripiega del tutto su un acid-folk svanito ed incantato senza remore. nascondendo quell'eclettismo che aveva brillantemente dimostrato prima. 5/10

Trevor Wishart ‎- Red Bird - A Political Prisoner's Dream (1978): Ho avuto momenti in cui ero molto più dentro la sperimentazione brada elettro-acustica degli anni '70. Adesso non è uno di questi, e a farne le spese è questo lavorone di meccanica, voci e volatili che forse ha solo la colpa di essere un pochettino lungo. 6,5/10

Ya Ho Wa 13 - Ya Ho Wa 13 (1974): Blues-country-rock amatoriale e dozzinale per una band formatasi in una comune di vegetariani californiani capitanati da una specie di santone che fu il primo ad aprire un ristorante del genere e si vantava di avere una dozzina di mogli, oltre che di cantare con una prosopopea insopportabile. Quasi inascoltabile. 4/10

Wire - Nocturnal Koreans (2016): Il (ormai) solito disco dell'età pensionabile dei nuovi Wire, perfetto, levigato, melodico, prodotto superbamente, con il tiro di fabbrica e l'inerzia di due marpioni come Newman e Lewis che col pilota automatico inserito vanno avanti senza fare una piega. Ma alla fine è solo acqua fresca. 6/10

VV.AA. - Untitled 10 (The Black Album) (2010): Compilation a base di ambient, glitch ed affini, che soffre di una certa discontinuità e monotonia (che sembra un paradosso ma è così), ed a cui perfino il mio idolo Leyland Kirby fornisce un inedito scialbo e prevedibile, il che significa lo scarto di uno scarto degli scarti. 5,5/10

Throbbing Gristle ‎- Part Two - The Endless Not (2007): Il ritorno dei TG, per una fusione interessante di cantautorato deviato, elettronica lussuriosa, industrial-jazz, un po' innocuo a paragone con le prove originarie ma con suoni davvero invidiabili. Certo se l'avessero fatto dei giovanotti sarebbe stato un esordio molto positivo. 6,5/10

Aidan Moffat & RM Hubbert ‎- Here Lies The Body (2018): Il buon vecchio con un chitarrista coevo e conterraneo, per un disco prettamente acustico che cerca (invano) di resuscitare arie del passato. Qualche brividino non è sufficiente per far rinascere quei brividoni. 5,5/10

Nessun commento:

Posta un commento