venerdì 31 maggio 2019

Scarti da TM #46

Beach House - 7 (2018): Svanito da un pezzo l'effetto sorpresa, i BH continuano col loro stampo perfetto ed incorruttibile. Le tastiere elettroniche però ormai sono preponderanti, l'effetto è gradevole ma le grandi songs scarseggiano e soprattutto Victoria canta senza le impennate di un tempo, quasi fosse "narcotizzata". 6,5/10

Rifle Sport - Primo (1990): Un Todd Trainer penalizzato dalla produzione '80, nonostante la provenienza indipendente (che va da sè, fu deleteria anche per gli Husker Du), in un post-hardcore con commistioni interessanti, alla Mission Of Burma ma con riflessi post-punk-wave ben diffusi. Se avessero continuato forse sarebbero arrivati al capolavoro, magari registrato da Steve Albini. Ma finì qui. 6,5/10

Simple Minds - Empires And Dance (1980): Sofisticatissimi e ricercati, questi erano i SM al terzo. Non più genuini come nel primo, non ancora ruffiani come in New Gold Dream. Con un Jim Kerr monocorde, un suono glaciale, una produzione cunicolare, e ben poche impennate melodiche. Non era la loro area migliore, diciamo. 6/10

Khun Narin ‎- II (2016): Ero impazzito per il loro primo album, e svanito l'effetto sorpresa, resta un po' di noia. Certo la formula è limitata, e probabilmente non avranno altro da dire. Un'ascolto sempre gradevole, ma alcuni pezzi sono tirati un po' per le lunghe. Molto credo dipenda anche dall'umore in quel particolare momento....6,5/10

Spacemen 3 - Sound of Confusion (1986): Non ho speranze, non potrò mai farmi piacere gli S3, neanche nel primo che contiene dinamiche a loro dopo sconosciute ed una grinta che si scorderanno rapidamente. Ma basti pensare a quante cover ci sono qui per ribadire il mio concetto base....i Loop se li mangiavano come un paninino. 6,5/10

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