William Basinski - Hymns Of Oblivion (1989-1991): Sorpresa archeologica: WB, dopo aver fatto il sassofonista a cottimo in giro per gli US, avrebbe potuto diventare un cantautore gotico-maudit, se non che il progetto fu arenato ed ascoltarlo adesso fa tenerezza. Qualche pennellata impressionistica di rilievo c'è, ma il manierismo stra-fatto ed i suoni (orribili) gli fecero capire che ci sarebbe stato da lavorare, e parecchio. La stoffa comunque non si poteva discutere. 6,5/10
Beach House - Once Twice Melody (2022): Ben venga la grandeur, l'ambizione e la voglia di progredire. E' chiaro già da qualche anno che i BH hanno sterzato, che le chitarre non sono più al centro del processo creativo, che le voci sono polifoniche, etc etc. Insomma, hanno perso quell'innocenza e quel candore dei primi 3/4 dischi, e a me dispiace tanto. E' stato un po' come passare dall'infanzia all'adolescenza, un trauma in progress, con tutto il rispetto. 6/10
VanderTop - Paris 76 (2001): Inqualificabile operazione di Jannik Top che fondò una sua etichetta e camuffò un concerto dei Magma del 1976 come VanderTop, forse soltanto perchè la scaletta comprende 2 pezzi a testa. Al di là del pasticcio, il concerto è un bootleg registrato talmente male (forse un misero microfono davanti al palco) che non si può neanche ascoltare. 4/10
Universal Congress Of - Prosperous And Qualified (1988): Per la serie SST: Ginn è sempre più jazzy un disco frizzantissimo di jazz-funk blueseggiante, ispido e suonato in presa diretta, guidato da sax e chitarra in strutture contenitive ben definite. Non si parli però di jazz-punk, perchè del secondo non ha niente. Al limite erano degli ex-punks. 6,5/10
Clikatat Ikatowi - Orchestrated And Conducted By (1996): Post-emo-HC di area Gravity per una delle tante meteore di metà '90. Prodotto malissimo, con le chitarre compresse fino a diventare un grumo informe, una voce strozzata che non è nè rabbiosa nè espressiva, un peccato a confronto di una ottima sezione ritmica (alla batteria il mitico Mario Rubalcaba). In quest'area, molto meglio gli Angel Hair. 6/10
Sunny Day Real Estate - Diary (1993): Erano anomali ed ottennero visibilità, perchè non erano grunge, non erano hardcore, non erano arty, erano una band energica con un lato melodico molto accentuato ed ahimè, un cantante dall'irritante stile ultra-arrotondato che trovo insopportabile, ecco il mio problema. 5,5/10
Desertshore - Drifting Your Majesty (2010): Il primo di Carney & Connolly, all'insegna di un elegante art-alt-folk strumentale, con degli ottimi momenti e vibrazioni di intimismo molto intenso, ma anche diversi riempitivi, jams tirate troppo per le lunghe. Una maggior sintesi avrebbe giovato. Ed era già chiaro che Markone Kozelek li avrebbe fatti svoltare. 6,5/10
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