Rollerball - Garlic (1997): L'esordio dei Rollerball, drammaticamente diverso dalle diverse cose belle che realizzarono da 2-3 anni dopo in poi. Trattavasi di un disco un po' involuto di sostanziale post-punk con qualche divagazione art-psych, ma di acerbità ed eccessiva diluizione. Con un'adeguata sintesi si sarebbe potuto un buon EP. 6/10
Trans Am - Surrender to the night (1997): Secondo di transizione per i TA, che ancora giovanissimi si inerpicavano verso nuovi obiettivi. L'ha scritta perfettamente PS: è un disco dal potenziale enorme e dallo stile avventuroso, ma che pecca di finalizzazione ed alla fine sembra più un catalogo delle possibilità, eccessivamente eterogeneo al punto da inficiarne la qualità generale. 6,5/10
Gargamel - Watch For The Umbles (2006): Retro-prog svedese, di sentore scuro ed apocalittico come da tradizione scandinava, dedito ad un totale recupero anche delle modalità di registrazione dei '70. Ammetto di averlo voluto provare soltanto perchè un mio vecchio gruppo si chiamava Gargamella's, e la curiosità ha preso il sopravvento, ma occorre sorvolare velocemente. In quel versante i nostrani Areknames gli davano parecchi giri. 5/10
Irata - Tower (2019): Non è che ci avessi sperato, era che una chance occorreva darla. Ma ormai gli Irata non sono neanche più lontani parenti degli art-corers dell'omonimo datato 2007. Sono un gruppo emo-metal con un cantante insopportabile che rovina delle pur dignitose, per quanto tamarre, composizioni di hard-spleen-rock che avrebbero potuto funzionare da strumentali. 5/10
Jar Moff - Commercial Mouth (2013): Imponente collage electro-hypna da parte di un misterioso musicista greco di fugace apparizione sullo scenario europeo (due dischi nel 2013 e poi basta). 25 minuti di pura schizofrenia che non appartengono a nessun tag particolare, se non quello del modernariato. Un po' troppo massimalista, ma con alcuni ottimi passaggi. 6,5/10
Lou Reed - New York (1989): Potrei essere entrato in una fase globale di rivalutazione di Lurìd, anche solo concettuale. Di dischi ne ha fatti tanti, e forse da scoprire ce n'è. Questo già parte bene perchè i suoni sono belli chitarristici in un epoca in cui non era di moda. E' un po' citazionista, un po' fanfarone, alcuni pezzi sono notevoli, altri no, forse troppi. 6,5/10
King Hannah - I'm Not Sorry, I Was Just Being Me (2022): Duo misto inglese che sembra voler mutuare un incrocio fra Nick Cave, Portishead e qualcos'altro direttamente catapultato dagli anni '90. Ambizione alle stelle, purtroppo non pareggiata da altrettanto talento. Sono giovani e quindi non da buttar via ma ho il timore che non li ascolterò più. 5,5/10
Nessun commento:
Posta un commento