Alcest - Souvenirs d'un autre monde (2007): Ambiziosissimo ed eccitante sulla carta. Promette emozioni a base di shoegaze e delicatezze di vario tipo. Il suono è ottimo ma mancano le canzoni killer. 6,5/10 e con ogni probabilità, croce sopra.
Alien Whale – 1st Live Album (2010): Fallimento di un supergruppo messo su alla carlona, senza un criterio e possibilmente da cancellare dalle biografie di Colin Langenus (UIAM) e Matt Mottel (Talibam!). Un pastone casinista informe che vaga senza meta, forse frutto di qualche fumata eccessiva. Vale il classico detto solitamente applicato al blues: queste jam sono come le scoregge: piacciono solo a chi le fa. 4/10
Archive - Axiom (2014): I Radiohead mancati degli anni zero? Boh. Ho trovato questo disco laccato ed un po' troppo estetico, però non metto la croce sopra, voglio risentirli. 5,5/10
Robert Ashley - Perfect Lives (Private Parts) The Bar (1980): Mi arrendo, ma mi è piaciuto. Questo è quanto penso quando trovo gradevole un disco di avanguardia (presunta o tale) ma non riesco a coglierne il senso. Tutt'altro che difficile da ascoltare, peraltro. Quando è morto Ashley, ne hanno scritto ogni bene. 7/10
Atoms For Peace - Amok (2013): Puzza da morire, il supersupergruppo ultrapubblico. Però un po' Yorke e Flea li capisco: chi mai dovrebbe togliere loro il diritto di farsi una o più suonate insieme e magari fantasticare su cosa si sarebbe potuto fare insieme negli anni migliori? Alla fine il disco è anche simpatico, ciò non toglie che il coraggio abiti ad anni luce di distanza. 6,5/10
Mark Banning – Journey To The Light (1985): Feticcio new-age di un chitarrista californiano rimasto irripetuto. Non è malvagio, ma ho l'impressione che al ventesimo disco di new-age degli anni '80 che avrò ascoltato archivierò drasticamente la faccenda con lo stesso pensiero di adesso: la Demby l'ha fatto grande così a tutti (e Raphael è degli anni '90, attenzione). 6,5/10
Barn Owl / Tom Carter – Barn Owl / Tom Carter (2008): i Barbagianni erano ancora acerbi e bisognosi di farsi vedere, Carter già un veterano. File under: favore del secondo ai primi, che sfagiolavano 3 improvvisazioni tutto sommato dispensabili. Meglio il secondo, e detto da me è simbolico. 6,5/10
Bobby Beausoleil – Dreamways Of The Mystic (2005): Delusione se si pensa a BB come l'autore della magnifica colonna sonora di Lucifer Rising. Rischia di diventare un modello in negativo quando si parla di suoni sintetici di cattivo gusto (flautini e tastieracce plasticate). Ma cosa scatta nella mente umana dopo 30 anni di carcere non lo possiamo sapere. 5,5/10
Black Bombaim - Titans (2012): Si parla di Quicksilver, di Blue Cheer, di Pink Floyd. A me pare un mastodonte di tamarritudine infinita, peraltro prodotto con una brillantina inadeguata. Indigeribile, ho fatto davvero fatica ad arrivare in fondo (anzi, forse ho troncato a qualche minuto dalla fine). 4/10
Olivia Block - Pure Gaze (1999): Vale più o meno il discorso di Robert Ashley, ma qui sembra mancare ogni senso dell'umorismo. Quindi, mezzo voto in meno. 6,5/10
Cat Power - Sun (2012): voto applicabile sia alla svolta musicale verso il pop più sfacciato che al cambio di look della Chan (capello cortissimo): stava molto meglio prima. 4/10
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