Fu il primo pezzo che li vidi eseguire dal vivo, ad Urbino nell'Agosto del 1999. Uno degli highlights di Elephant Shoe, il mio album preferito degli Straps, non soltanto per la sua bellezza intrinseca, quanto per il fatto che funge da perfetto intermezzo a metà di una scaletta concentrata sui toni più dimessi dell'intero catalogo, incastrata fra il fascinoso beat notturno di Leave the day free e la stupefacente atmo-bossa di Tanned. Interamente umana, Direction svetta con tutta la sua potenza abbagliante, con la classica brillante ragnatela di MM, con gli stop and go solenni, i preziosi inserimenti di organo durante il bridge strumentale, la progressione satura fino al climax e la sfumatura finale col piano sparso e tintinnante. Ed una delle migliori prestazioni alla batteria di AM, in una parola: risoluta. In una recensione dell'epoca, non ricordo scritta da chi, venne descritta Nick Cave in preda alle convulsioni, forse una definizione un po' esagerata, ma in effetti l'australiano più sporco ed efferato potrebbe essere l'unica pietra di paragone, se proprio proprio proprio ne volessimo trovare una.
Dal vivo, eseguita dal quartetto classico dell'epoca con Gow e Miller, perdeva qualcosa. Nel bridge MM azionava il pedale del distorsore suonando il riff a tutto volume per sostituire sia la sua tessitura di sostegno che l'organo (AM avrebbe potuto buttarla, una mano sulla tastiera per fare quei due accordi scarni ma così preziosi....), ma la magia dello studio in parte si dissolveva per favorire l'aspetto più crudo ed asciutto del brano. Non a caso, dopo i tour del 1999 venne messa in naftalina e mi risulta che non l'abbiano mai più eseguita.
Con la recente diffusione dell'AS Archive su Bandcamp, ne abbiamo guadagnato una tipica rendition, tratta dall'abortito live album Mitchell Theatre.
Con la recente diffusione dell'AS Archive su Bandcamp, ne abbiamo guadagnato una tipica rendition, tratta dall'abortito live album Mitchell Theatre.
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