martedì 12 gennaio 2016

Scarti da TM #5

Platonick Dive - Therapeutic Portrait (2013): Pallida imitazione dei primi, grandi God Is An Astronaut. Peccato, sono toscani. 5/10

Raccomandata Ricevuta di Ritorno - Per un mondo di cristallo (1972): Difficile da stroncare per la portata delle parti strumentali, ma un po' pesantino e si sarebbe potuto architettare molto meglio. Un Ys mancato. 6/10

Retsin - Sweet Luck of Amaryllis (1998): Vale lo stesso concetto espresso per Ida e Lois. Questi complicati anni '90. Io ero adolescente, mi giustifico. 5/10

Robedoor - Rancor keeper (2007): Drone-noise imponente con qualcosa di sinfonico (volente o nolente). Buono ma non abbastanza da scriverci un post. 6,5/10.

Roil - Frost Frost (2012): Fantasia: Chris Abrahams che litiga con Buck e Swanton, li manda a fanculo e declama adesso faccio il mio trio sbattendo la porta. Poi fa il suo trio, registra, riascolta e cambia idea. Fanno pace ma intanto i Roil hanno preso impegni e Abrahams fa buon viso a cattivo gioco, li rispetta e fa il gentleman. 5/10

Samurai - Samurai (1971): Gli Web del fantastico I Spider costretti da chissà cosa a cambiare nome, e loro malgrado anche stile. Mediocre. Fine della corsa. 5,5/10

Seesselberg - Synthetik 1 (1973): Fratelli, tastieristi, testatori professionisti di nuovi modelli di synth. Musicisti e/o artisti no, però. Germania, 1973. Accadevano anche cose strane. 5,5/10

Jason Simon - Jason Simon (2010): Bravo Jason, hai fatto bene a confinare le tue ballad in un disco solista invece di invadere la Dead Meadow, che deve restare elettrica forever. 5,5/10

Judge Smith - Orfeas (2011): Il fondatore del Generatore insieme a PH e GE, presto andatosene in cerca di chissà che cosa. Opera rock tronfia ed inascoltabile, con tanti di quegli assoli di chitarra da non voler più ascoltare una chitarra per le 24 ore successive. 4/10

Sound - Drunk on confusion (1999): Side-project della Vas Deferens Organization. L'imprinting è quello; il disco parte malino con troppa chitarra e poi si riprende alla grande da metà in poi. La media fa 7/10. Non abbastanza per farci un post.

Strapping fieldhands - In the pineys (1994): Impossibile restare sulla media dei precedenti. Sembrano un po' degli scarti. 6/10

Techno-animal - Ghosts (1991): Martin e Broadrick. La grandezza dei personaggi non si discute, forse è invecchiato un po' male come suono ma che classe. 7/10.

Trans Am - Volume X (2014): Brutto brutto brutto. Quando non si ha neanche più l'idea su come intitolare il disco. 4,5/10

Uochi Toki - Macchina da guerra (2013): Bruttarello andante. Siamo alla frutta? 5,5/10

Vajra - Sichisiki (1997): Interessante variante di KH, solo come chitarrista accompagnatore di un poeta stridulo e forse un po' alterato. Non si sarà impegnato alla morte ma è da apprezzare quantomeno l'intenzione. 6,5/10

Van Morrison - Moondance (1970): Niente a che vedere con Astral Weeks. E' talmente ruffiano che vien voglia di cancellarlo, ma la classe resta. 6/10

Vortex - Le cycles de Thanathos (1979): Prog-zeuhl di seconda fascia. Per farsene mancare pochi. 6,5/10

Scott Walker - Til the band comes in (1970): Cantonata all'indomani del capolavoro. Ci poteva stare, peccato per 2-3 pezzi magnifici che ne escono così isolati da farsi dimenticare in fretta. 5/10

The World Is A Beautiful Place & I Am No Longer Afraid To Die ‎– Between Bodies (2014): Spoken word su sottofondo post-emo. Chris Leo non se l'è ancora mangiato nessuno e dubito che nessuno mai ce la farà. 5,5/10

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